06-08-2025

Difendere l’identità: no al volto coperto e alla sostituzione culturale

Difendere l’identità: no al volto coperto e alla sostituzione culturale
In un momento storico in cui l’identità dei nostri territori è minacciata, è fondamentale riaffermare i valori che ci uniscono come comunità. Il volto scoperto è simbolo di libertà, comunicazione e fiducia reciproca. Quando viene nascosto dietro un velo integrale, si rompe quel patto sociale che ci permette di riconoscerci come cittadini, uguali davanti alla legge e alla società.
La Lega di Cantù ha da tempo intrapreso una battaglia chiara contro l’islamizzazione dei nostri territori, denunciando pratiche che non si integrano con i principi della nostra civiltà. Il volto coperto non è solo una questione religiosa: è un simbolo di sottomissione, di separazione, di rifiuto del dialogo. In una società libera e aperta, non possiamo accettare che l’anonimato diventi norma, né che la donna venga privata della sua visibilità e della sua dignità.
Essere contrari ai centri culturali islamici e alle moschee non è razzismo. È una forma di resistenza culturale. È la difesa di un patrimonio che rischia di essere sostituito, lentamente ma inesorabilmente, come sta già accadendo in Francia, Spagna, Inghilterra e nei paesi nordici. Non si tratta di un’invasione armata, ma di una sostituzione culturale silenziosa, che avviene attraverso l’espansione di modelli incompatibili con i nostri valori, le nostre tradizioni, il nostro modo di vivere.
Questa non è intolleranza, ma difesa della libertà. Libertà di vedere e di essere visti. Libertà di vivere in uno spazio pubblico dove il rispetto reciproco passa anche attraverso il volto scoperto. Cantù, come tutte le città italiane, ha il diritto di preservare la propria identità e di dire no a pratiche che non favoriscono l’integrazione, ma la segregazione.

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